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01-10-2016 13:00:10 Cronache da Bologna - venerdì

Si apre nel pomeriggo di venerdì la prima giornata del XVI congresso ordinario dell'Unione delle Camere penali italiane.
Il titolo è “SEPARARE i giudici dei pubblici ministeri, i magistrati dai media, la politica della magistratura, PER UN GIUSTO PROCESSO”.

Direi una notevole affluenza di congressisti, non solo delegati ma anche partecipanti senza diritto di voto.
La camera penale è un soggetto vivo, ognuna delle tante camere penali italiane è presente per portare il proprio contributo a favore di uno dei candidati alla presidenza del prossimo biennio.
Due i candidati, ormai è arcinoto, Beniamino Migliucci, che si presenta per il rinnovo del mandato ora terminato, e Mauro Anetrini, che rompe una consuetudine (che ha consentito fino ad oggi al presidente uscente di essere riconfermato per il secondo mandato senza opposizione).
Dopo la relazione introduttiva del presidente della camera penale bolognese e da brevi interventi del presidente Migliucci, del presidente del consiglio dell'Ordine di Bologna, Berti Arnoaldi Veli, sale sul palco il Ministro Orlando che, come ha già fatto più volte in congressi forensi, ha esposto il punto di vista del governo (e forse più il suo personale) con intelligenza e manifestando una comunanza di sentire con l'avvocatura ed inoltre con una sincera (così mi è apparsa) disponibilità ad ascoltare e mettere in atto ogni azione possibile perché le istanze dell'avvocatura siano trasfuse anche nell'azione di governo. In un momento come quello che stiamo vivendo, nel quale gli interventi legislativi sono sottoposti a dure critiche sia dall'avvocatura che dalla magistratura (su posizioni critiche diametralmente opposte), una dispobnibilità come quella dimostrata dal ministro non è affatto da sottovalutare.
A seguire salgono sul palco il segretario dell'Unione, Farncesco Petrelli, il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin, che con molto garbo ha augurato lunga vita all'Unione, rinunziando al proprio intervento in favore della tavola rotonda successiva, il presidente del consiglio delle camere penali, Eriberto Rosso, il cui intervento è stato decisamente appassionato, e un po' spiace che abbia sentito il dovere di difendere l'onestà è la profondità del proprio impegno, qualità di cui nessuno può dubitare…
Ormai in ritardo sulla tabella di marcia, si è fatto luogo alle tavole rotonde, moderate da Lorenzo Zilletti, coordinatore del Centro Marongiu: la prima con gli interventi di Oreste Dominioni, Carlo Nordio di cui mi sento di segnalare la chiarezza espositiva e Giovanni Salvi (il procuratore generale della corte d'appello di Roma, non il sottoscritto), sul problema della separazione delle carriere,
A seguire si è passati alla terza delle tavole rotonde, con gli interventi dell'on.le Cicchitto, del prof. Fiandaca e dell'on.le David Ermini. La platea era ormai abbastanza stanca e il termine della giornata ha permesso a tutti di riempire i locali bolognesi dove pare tutti abbiano trovato il massimo ristoro: Bologna è certo una città tra le più accoglienti in italia, specialmente a tavola!

Giovanni Salvi