15-12-2013 17:01:23 Il diritto penale tra legge e giudice: il convegno mantovano Sciagura a Voi!Erano rimasti alcuni posti liberi, avreste dovuto approfittarne perciò, richiamando una celebre battuta di un noto cartone animato, ribadiamo: "sciagura a voi", che avete disertato l'appuntamento!Il convegno organizzato dalla Camera penale della Lombardia orientale nei giorni scorsi, a Mantova, è stata una grande occasione (colta, in verità , appieno) sotto vari punti di vista.In primo luogo la cornice dell'incontro: il Teatro Bibiena in via dell'Accademia, che si è prestato magnificamente all'incontro. Un ambiente storico, suggestivo ed anche raccolto, trattandosi di un teatro di ridotte dimensioni ma di grande interesse architettonico. Il Teatro Scientifico di Mantova (o Teatro Bibiena o Teatro Scientifico dell'Accademia), fu realizzato da Antonio Bibbiena nel 1767-69 e decorato, nel 1773-75, con una facciata del Piermarini realizzata da Paolo Pozzo (1741-1803). Sede dell'Accademia degli Invaghiti (poi "degli Invitti" poi "dei Timidi" dall'anno di fondazione, 1562, ad opera di Cesare Gonzaga) che trovava ricetto nel teatro coperto cinquecentesco, fu rinnovato completamente nel Settecento dal Bibbiena, scenografo ed architetto bolognese, chiamato all'incarico proprio dall'Accademia dei Timidi. Questi demolì il teatro cinquecentesco e realizzò una scena fissa, sormontata da due corridoi sovrapposti a formare un loggiato a due piani dietro la scena. Per la platea ideò una pianta a campana, la cui particolare forma rende l'impressione di un ambiente circolare. E' circondata da quattro ordini di palchi, divisi da colonne, quattro nicchie con statue dei mantovani illustri (Gabriele Bertazzolo, Baldassarre Castiglione, Pietro Pomponazzi, Virgilio).In secondo luogo il convegno è stata un'occasione per ritrovarsi tra amici e per trovare nuovi amici, penalisti provenienti da varie parti d'Italia e per consolidare i rapporti tra cultori della materia (magistrati, avvocati ed accademici).Non ultimo, evidentemente, l'approfondimento di un tema sempre più attuale (non hanno mancato di dimostrarlo le relazioni dei vari avvocati, professori e magistrati intervenuti sul palco) che è l'interpretazione della legge ad opera dei giudici, il rapporto tra poteri dello stato, in particolare legislativo e giudiziario e gli "sconfinamenti" dell'uno nel campo dell'altro.Davvero alto il livello degli interventi da non poter essere riassunto in poche righe, tanto che si spera di poter a breve pubblicare nel sito gli interventi di ciascuno.Dopo il benvenuto del presidente dell'Ordine degli avvocati di Mantova, Paolo Trombini, e l'apertura dei lavori ad opera del presidente della Camera penale della Lombardia orientale, Sergio Genovesi, il presidente della corte d'appello di Milano, Giovanni Canzio, ha diretto i lavori e moderato gli interventi, ogni volta chiosando con acute considerazioni le tesi esposte dai convegnisti. Purtoppo impegni istituzionali hanno impedito a Giuseppe Frigo di partecipare ai lavori ed impegni personali han tenuto lontano dal convegno Ernesto Lupo, ma questi due spiacevoli inconvenienti nulla hanno tolto al valore dell'incontro.Il programma è stato seguito scrupolosamente e non è possibile plaudere più un relatore di un altro: lasceremo a contributi successivi di trasferire impressioni e commenti ma, al momento, vogliamo ringraziare ciascuno degli intervenuti della propria appassionata esposizione.Taceremo dell'incontro conviviale di venerdì sera, dove meglio gli spunti sorti dai lavori han trovato concretezza nel dialogo schietto e ringraziamo l'ordine di Mantova del concreto aiuto nella realizzazione del convegno ma soprattutto ringraziamo Sergio Genovesi, la cui caparbia ostinazione fa sì che ogni anno si realizzi un evento di tale importanza.