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15-02-2017 19:21:10 convegno "Punire riparare conciliare attraverso le buone prassi"

Mercoledì scorso 8 febbraio al Salone Vanvitelliano di Piazza Loggia si è tenuto il convegno dal titolo “Punire riparare conciliare attraverso le buone prassi: i percorsi di giustizia riparativa e la mediazione nell’esecuzione della pena”, patrocinato da Comune di Brescia, Associazione Comuni Bresciani, ANCI Lombardia e Tribunale di Brescia.
Questa si è rivelata l’occasione per iniziare a concretizzare le sinergie già messe in campo nell’ambito di “Nexus”: un laboratorio che coinvolge, oltre a Camera Penale, l’Associazione dei Comuni bresciani, UEPE, Terzo settore, Servizi Minorili e che persegue l’obiettivo di trovare soluzioni concrete al tema dell’inclusione dell’autore di reato, ex detenuto o meno, nel territorio. Con il triplice risultato di: autoresponsabilizzare il reo, consapevolizzare la comunità in cui il reo vive o lavora, abbattere la recidiva.
Il minimo comune denominatore di tutti gli interventi è stato triplice: l’importanza della formazione e dell’informazione per cambiare la rotta dell’opinione pubblica e sconfiggere paure e pregiudizi; la necessità che ad interessarsi al tema non siano più solo gli operatori di diritto, ma la comunità ed i suoi rappresentanti politici; le positive ricadute della giustizia riparativa in termini di sicurezza sociale.
In particolare, la presidente del Tribunale di Sorveglianza, dottoressa Monica Lazzaroni, ha portato dati numerici utili a scardinare le false convinzioni in termini di percezione di allarme sociale, invitando i sindaci e gli assessori presenti a registrare - a livello nazionale e territoriale - un calo della criminalità (ad eccezione dei furti in appartamento); ha portato esempi concreti di positivi e numerosi risultati in termini di affidamenti in prova o di lavori all’esterno di cui protagonisti siano stati i Comuni: ha evocato un progetto nato in territorio bergamasco già dai primi anni duemila, rivelatosi pilota per l’analogo e successivo consolidamento nel nostro territorio.
La presidente ha inoltre preconizzato che gli Stati Generali dell’esecuzione penale saranno destinati a non avere un concreto seguito se le istituzioni non decideranno di destinare le risorse economiche alla realizzazione dei progetti e delle modifiche legislative ivi proposti. Ha infine sottolineato la carenza di organico dell’UEPE bresciano, per l’implementazione delle sue tradizionali mansioni con il carico generato dai lavori di pubblica utilità e dalle messe alla prova.
Il presidente della Camera penale - sezione di Brescia - avv. Andrea Cavaliere ha sollecitato una riflessione sulle differenze del modello retributivo/riabilitativo rispetto a quello riparativo ed ha ricordato come un unicum nel panorama italiano l’esperienza di restorative justice descritta nel bel libro "L’incontro" (Bertagna, Ceretti, Mazzuccato), che ha messo a confronto vittime e responsabili della lotta armata. Lo stesso ha, infine, illustrato agli amministratori gli istituti di messa alla prova e dei lavori di pubblica utilità (da intendersi come forme di diversion, ossia meccanismi estintivi del reato o del processo) sia dal punto di vista teorico che da quello degli incombenti pratici gravanti sul soggetto che li richiede e sull’ente che rende la disponibilità.
Il prof. Carlo Alberto Romano ha chiuso la prima parte dell’incontro, invitando i sindaci ad avere un approccio scientifico e non emotivo al tema della sicurezza, e svolgendo un ampio excursus sulle origini e le possibili declinazioni della giustizia riparativa.
E’ poi seguito un tavolo di lavoro nel quale le buone prassi hanno fatto da padrone. Si sono succeduti interventi di sindaci e di enti virtuosi, ed è stata in particolar modo significativa la testimonianza di due giovani ragazze, la prima rispetto alla sua esperienza di messa alla prova, la seconda di affidamento in prova ai servizi, in un percorso individualizzato di ritorno alla vita e ripensamento del vissuto criminale, prima ancora che di inclusione sociale.
Si concluda e si riparta da qui: dopo il pregnante convegno del 20 gennaio u.s. al carcere Due Palazzi di Padova - in cui i racconti degli ergastolani e dei loro famigliari sono stati più eloquenti di ogni teoria portata dai relatori - si spera che anche in Loggia la viva voce degli autori di reato o imputati, abbia impresso nella memoria degli amministratori la possibilità di un’apertura al perseguimento della sicurezza sociale che non passi necessariamente dalla repressione.