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15-02-2014 10:47:56 Astensione: croce e delizia


Il 18, 19 e 20 febbraio prossimi gli Avvocati italiani potranno astenersi dalle udienze e dall’attività giudiziaria grazie alla delibera adottata dall’OUA.
E’ sin troppo nota l’allergia dell’UCPI a questa associazione, priva di rappresentatività e dai metodi non condivisi. Gli Avvocati delle Camere Penali, quindi e per l’ennesima volta, non intendono aderire all’iniziativa. Fra l’altro tutte le rivendicazioni addotte nella delibera dell’OUA attengono la materia civilistica ed ignorano quella penale.
Tuttavia avvertiamo il dovere di alcune precisazioni per evitare ogni equivoco.
Il diritto all’astensione, che può rischiare a breve la limitazione se non la mannaia delle Sezioni Unite della Corte Suprema di Cassazione, ci preme moltissimo. La difesa della libertà, anche in questa sua espressione, come il dovere di arginare gli ostacoli progressivamente frapposti al suo esercizio democratico, sono costantemente promossi dall’UCPI.
Altrettanta sensibilità è dovuta alla evidente compromissione della giustizia civile, con riforme attuate ed in fieri, a dir poco terrificanti. Ad allarmarci non è il solo timore di estensione al settore penale di un disegno complessivo destrutturante, ma la stessa comunanza di situazioni deprecabili come ad esempio quella dell’entità dei compensi, segnatamente per il patrocinio a spese dello Stato.
Sussistono dunque seri motivi per esprimere forte solidarietà ai Colleghi civilisti e per condividerne le battaglie.
Per nostra parte continueremo le battaglie della nostra tradizione, a custodia del giusto processo e dell’effettività del diritto di difesa.
Non ci possiamo unire sotto l’ombrello dell’OUA, ma sia chiaro che non contestiamo la correttezza della protesta degli Avvocati civilisti, possibilmente tramite la loro associazione delle Camere Civili, così come condividiamo l’attivissimo impegno del CNF e delle sue espressioni territoriali.
Infine ci sia consentito osservare l’intempestività della scelta dell’OUA rispetto al momento della crisi politica in atto, che non consente interlocuzione, ma pure della (temuta) pronuncia delle Sezioni Unite stabilita per il 27 marzo 2014.

il presidente
Sergio Genovesi