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19-02-2014 17:14:53 Commemorazione del dott. Zappa - le parole del nostro collega Gianfranco Abate

Sono passati dieci anni da quando il dott. Giancarlo Zappa ci ha lasciato. A chi ha avuto la fortuna di conoscerlo lo ricordo e a chi è venuto dopo vorrei parlarne perché era davvero una persona speciale.
Era il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Brescia. Per me ha rappresentato e rappresenta tutt'ora il modello ideale di ciò che dovrebbe essere un Magistrato: preparatissimo, colto, sereno, terzo, disponibile, pronto sempre a trovare, a volte a creare -rimanendo sempre all'interno della legge- soluzioni garantistiche, attento alle sofferenze dei detenuti.
Dotato di una squisita sensibilità, metteva sempre e subito a proprio agio l' interlocutore, chiunque egli fosse, dall'avvocato al familiare del detenuto.
Ricordo quando, giovane e alle prime armi, mi recavo dal Presidente al fine di rappresentargli situazioni degne, a mio giudizio, di urgente attenzione per persone incarcerate. Mi preparavo sempre, prima di entrare, mentalmente il discorso e le parole più adeguate da utilizzare; cercavo di capire se era il momento opportuno, per non disturbarlo. Emozionato, il cuore mi batteva forte prima di affacciarmi alla sua porta. Tutto si dissolveva in un attimo. La sua stanza aveva la porta sempre aperta; accoglieva gli avvocati, dai noti ai più giovani, sempre con il sorriso; sembrava che fosse lì proprio per attenderci. Se stava scrivendo ordinanze oppure sentenze interrompeva il proprio lavoro per ascoltare. Prendeva l'agenda, indicava la data per la fissazione della camera di consiglio richiesta e, anche se le udienze cronologicamente più vicine erano già stracolme, riusciva sempre a trovare uno spazio per inserire il caso urgente del detenuto ammalato, piùttosto che di quello che aveva a casa figli e moglie privi di sostegno.
E' stato l'interprete perfetto dello spirito della riforma dell'ordinamento penitenziario. In un momento storico (i giovani forse fanno fatica a comprenderlo, come sempre accade,quando, acquisita una cultura garantistica, si guarda al passato e paiono incomprensibili ed assurde certe miopie) in cui la fase dell'esecuzione della pena -prima della riforma- non aveva alcuna tutela giurisdizionale, essendo considerata una fase meramente amministrativa ed essendo gli unici istituti cui il detenuto definitivo poteva aspirare, al fine di non espiare tutta la condanna, la grazia e la liberazione condizionale.
Il Presidente Zappa è stata una figura che mi viene da paragonare a uomini come Sandro Pertini e Wojtyla; voglio dire, cioè, a persone nelle quali le doti di grande cultura e intelligenza, all'altezza del ruolo istituzionale rivestito erano, come dire, mascherate all'interlocutore dalla grandissima umanità e semplicità, tanto maggiore quanto il livello dell'interlocutore poteva essere un gradino inferiore. Terminato il colloquio con il Presidente era quella la sensazione delle sue virtù che rimaneva impressa.
Penso faccia bene ricordarlo a tutti: agli avvocati e anche ai suoi colleghi Magistrati.

Gianfranco Abate