Le nostre News

24-02-2023 20:22:33 Inaugurazione dell’anno giudiziario

Alcuni spunti per leggere gli interventi che hanno caratterizzato la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario
Tra gli interventi delle associazioni è degno di nota quello dell’associazione vittime della strada, che vi invito a leggere per capire la necessità degli interventi di giustizia riparativa e soprattutto, della mediazione vittima/reo ed il senso vero ed utile di questo istituto, se vogliamo evitare che il dramma della vittima, irrisolto ed irrisolvibile dal processo e dalla pena, si trasformi nella sola, semplicistica, dannosa ed inutile richiesta di aumento delle pene da parte delle vittime che poi il legislatore, populista e poco incline a studiare i fenomeni, decida di trasformare in nuove norme incriminatrici o in inasprimento delle esistenti.
Purtroppo l’intervento del Presidente del COA Brescia, Fausto Pellizzari, che pure è stato interessante e puntuale ma anche di respiro, è stato pubblicato per riassunto.
Personalmente, ho trovato molto interessante l’intervento del dott. Castelli che, in diversi punti, inaspettatamente, si trova in linea con il nostro pensiero e le nostre ragioni. Per esempio a pag. 18 del suo intervento egli nota che il numero dei reati risulta sostanzialmente invariato, dato che stabilizza la forte riduzione avuta nel 2020 per le restrizioni covid. Alla ripresa e tolte le limitazioni, non vi è stato alcun aumento “al di là di una diffusa e spesso ingiustificata percezione di insicurezza”; lo diciamo da sempre contro gli slogan di certa politica e trovare un Presidente di Corte D’Appello che lo fa notare in una circostanza pubblica cosi importante, dà un po’ di speranza, anche perché il dott. Castelli ha aggiunto che questo risultato non viene dal cielo o dalla fortuna ma “deriva innanzitutto dall’attività di prevenzione svolta a partire dalle campagne e lezioni per la legalità” con ciò trovandosi sulla nostra lunghezza d’onda, che è quella del diritto penale liberale del manifesto UCPI, ossia il diritto penale deve occuparsi delle patologie, non dei fenomeni sociali, e l’incriminazione e la punizione delle condotte devono essere l’extrema ratio.
A parte questo, continuiamo ad entrare nelle scuole: è la strada giusta per una nuova consapevolezza sociale sui temi della giustizia.
Altro spunto davvero interessante che ingaggia il nostro pensiero, è riportato al paragrafo 2 pag. 19, che sembra un manifesto di UCPI o CPLO: leggetelo e sono certa che lo sottoscrivereste.
Tema altrettanto condivisibile riguarda l’esito dei processi penali (pag. 20/21), in particolare le note sulle assoluzioni che vengono definite un esito normale e fisiologico ma “quando il tasso viene ad essere cosi elevato, ne deriva un inevitabile segnale di allarme”. Il Presidente indica poi alcune cause “ma i danni che in questo modo continuiamo a perpetrare sono ingenti sia per il cittadino ingiustamente incolpato che deve aspettare anni per veder definita la propria posizione, trascinandosi un carico pendente che può provocargli problemi, sia per i nostri uffici continuamente alla rincorsa dell’arretrato”. A parte l’equivalenza in termini di danno tra due situazioni totalmente differenti in termini di gravità, direi che per il resto, finalmente si dice ciò che è. Il dott. Castelli confida nell’udienza predibattimentale, io ci credo poco ma vedremo.
Vi suggerisco poi la lettura del paragrafo 4 ove si dà conto del sostanziale insuccesso delle assunzioni a tempo determinato ex PNRR e la nota per cui non possiamo pretendere di avere personale qualificato capace a livello informatico se non viene pagato adeguatamente e non ha possibilità di avanzamento professionale.
Il tema relativo al lascito della pandemia (pag. 27) e nelle pagine seguenti sul settore minorile e sulla situazione carceraria è disperante rispetto alla vulgata populista e ad una politica che continua a non tenere conto di tali indici che ora non solo quei buonisti degli avvocati, ma anche magistrati come il dott. Castelli, non esitano con forza a sottolineare.
Lucida la visione di un territorio come il nostro, una delle parti più ricche del paese ma con una “realtà disomogenea con più società che non riescono neppure a comunicare tra loro ed a capirsi e per le quali non abbiamo adeguati strumenti ed interventi di prevenzione, sostegno, coesione”. I reati sono in calo, aumentano furti, rapine, truffe, maltrattamenti “tipici della marginalità sociale”: rilevatore il settore minorile e carcerario.
Sul minorile “si riversano difficoltà sociali, fragilità sanitarie, dipendenze, scarsa integrazione” e, “in una zona in cui non esistono gang minorili” (bisognerebbe farlo sapere alla stampa ed alla politica del territorio) i reati dei ragazzi sono in aumento, come dimostra l’aumentare delle misure cautelari anche in carcere. E’ questo un punto su cui io vorrei che noi intervenissimo perché mi pare che con la consueta superficialità, il focus mediatico e di conseguenza sociale, ora si stia concentrando su un supposto e divulgato: pericolo minori, cui sta corrispondendo, cosa nota, un aumento delle misure restrittive in un settore che, proprio per sua natura, dovrebbe escluderle o mantenerle solo come assoluta extrema ratio. Penso che su questo punto CPLO assumerà iniziative di verifica e interlocuzione circa i numeri, il tipo, la modalità in cui vengono applicate queste misure. Lo stesso dott. Castelli annota che “la devianza è più espressione di rabbia e di alterità rispetto a una società in cui non si riconoscono, che di consapevolezza e volontà criminale. Sappiamo bene che la giurisdizione non è risolutiva anche se quella minorile è quella più flessibile e capace di accompagnare la crescita ed il superamento del contesto di disagio.
Il primo ed efficace intervento come sempre è la prevenzione ma questo dovrebbe portare a implementare interventi sociali e strutture fondamentali quali i servizi sociali ed assistenziali che invece in questi anni sono stati dimidiati e messi in secondo piano” . Anche in questo caso il pensiero è condivisibile e allo stesso tempo è drammatico che chi come noi e la magistratura opera sul campo veda chiaramente la misura, le ragioni e le soluzioni al problema mentre chi decide insista sul tutti dentro e buttiamo la chiave svuotando di fondi e personale la prevenzione e l’assistenza.
Sul carcere vi invito a concentrare l’attenzione sulla parte relativa al Tribunale ed agli uffici di Sorveglianza (pag. 31, 32, 33), dove ciò che accade è definito come “una situazione grave che perpetuiamo e continuiamo a tollerare. Un sistema carcerario e un’ottica carcerocentrica che ha da tempo dimostrato tutti i suoi limiti sia quanto all’efficacia della punizione, sia quanto all’evitare la recidiva”. “La pena inevitabilmente deve avere un contenuto afflittivo ma può essere articolata senza portare inevitabilmente alla privazione della libertà proponendo modelli positivi di inclusione sociale che restituiscano alla società persone responsabili in grado di affrontare le sfide che quotidianamente la vita propone”. La realtà della situazione è talmente evidente e chiara a chiunque la osservi con con onestà intellettuale che le vedute del dott. Castelli sono perfettamente identiche alle nostre su questo aspetto.
Lo stesso vale per la giustizia riparativa che è un passo avanti ma va finanziata e ciò è richiesto da tutti ma ignorato, pare, dal Governo e da chi quei fondi dovrebbe dedicarli per la creazione dei centri e per personale formato.
A fronte di tutto ciò, è stato raccapricciante l’intervento del rappresentante del Ministero che, a fronte della indicazione del dott. Castelli della urgente assoluta ed indefettibile necessità di prestare fondi e assumere personale per la Sorveglianza e soprattutto l’UEPE, ha detto che per colmare le carenze negli uffici giudiziari il ministero ha aperto a scorrimento la possibilità di accedere alle graduatorie UEPE! A me pare un mondo parallelo.
La relazione del Procuratore Generale è stata più didascalica, un po’ più tesa a snocciolare risultati e numeri che a proporre riflessioni. Mi pare interessante la nota sui reati da codice rosso per quanto riportato con riferimento al circondario di Cremona dove vengono indicate le intenzioni di valutare denunce e querele per discernere quelle pretestuose, così come le ritrattazioni non genuine ma anche la volontà di bilanciare la compressione della libertà degli autori in sede cautelare e la tutela delle vittime. A cosa ciò porterà al di la delle intenzioni, non è dato sapere.
Ultima nota di colore, gli Ermellini che entrano passando davanti ad un picchetto d’onore rappresentativo di tutte le forze dell’ordine, con l’ingresso del Presidente Castelli mentre l’addetto, con voce stentorea, proclama: “Entra il Presidente”, insomma la parte cerimoniosa e anacronistica della cerimonia, mi ha fatto un po’ sorridere. Mi sono venuti in mente quei meravigliosi palazzi di Palermo, così ricchi e maestosi un tempo e oggi diroccati, perduti e cadenti. Mi pare proprio l’immagine di ciò che poi è emerso in concreto sull’amministrazione della giustizia nel nostro distretto.
Buona lettura.
Maria Luisa Crotti
[cliccando su "approfondisci" potete scaricare il file contenente tutte le relazioni