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02-02-2024 18:46:02 Astensione dal 7 al 9 febbraio 2024: le ragioni

Si riporta di seguito il documento che il nostro direttivo ha stilato con riferimento alle motivazioni dell'astensione, oggetto della nostra assemblea straordinaria:

IL PROCESSO COME OSTACOLO, IL CARCERE COME DESTINO

I penalisti italiani deliberano l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale nei giorni dal 7 al 9 febbraio 2024, in concomitanza con la “loro” inaugurazione dell’anno giudiziario, che ormai per tradizione segue di pochi giorni quella ufficiale quale occasione di denuncia di quello che non va. Nella stagione in cui tanti italiani sono costretti a letto febbricitanti, dobbiamo occuparci di una malata cronica: la Giustizia italiana.
La delibera dell’Unione delle Camere Penali Italiane, che invita gli avvocati penalisti ad incrociare le braccia per tre giorni (garantendo la difesa solo nei casi urgenti previsti dalla legge), segnala solo i più gravi tra i malanni di un sistema giudiziario sempre più sordo ai bisogni reali della società, vittima delle sconsiderate linee di intervento di un Governo che riesce a concepire unicamente nuovi reati e strumenti securitari: la mano pesante dove servirebbe una testa pensante.
Dal 20 novembre l’Avvocatura penalista associata era in stato di agitazione a fronte di una decretazione d’urgenza sempre e costantemente improntata a risposte simboliche mirate a tacitare la pancia del Paese, con il comodo avallo di slogan mediatici prêt-à-porter (“Decreto Rave”, “Decreto Caivano”, “pacchetto sicurezza”), mentre è certo da tempo che misure e pene draconiane non risolvono i problemi: serve educare e rieducare, attraverso quelle misure alternative al carcere che da decenni mostrano la propria efficacia in termini di abbattimento della recidiva.
Invece no: anziché promuovere e rafforzare le già esistenti alternative al carcere così provando a mitigarne il sovraffollamento, si pensa a progettare nuovi spazi detentivi (destinati a immediata saturazione, se si continua soltanto ad aumentare reati e pene), si introduce il nuovo reato di “rivolta in istituto penitenziario”, che punisce anche condotte di resistenza passiva, si resta sordi alle tante proposte degli avvocati penalisti, che vivono ogni giorno nelle aule di Giustizia l’insensatezza e inutilità di certe norme: prime fra tutte quelle che pongono limiti al diritto di impugnare le sentenze, in danno dei soggetti più deboli che usufruiscono della difesa d’ufficio. Nel frattempo, nelle carceri sempre più al collasso, troppi detenuti scelgono di togliersi la vita: già 11 dall’inizio dell’anno.
Anche altri sono i temi della delibera di astensione; tra i principali: l’egemonia dei magistrati “fuori ruolo” all’interno del Ministero della Giustizia, con simmetrica, ingiustificata sproporzione tra esponenti della magistratura e quelli degli altri ambiti all’interno della commissione incaricata di elaborare la riforma del codice di procedura penale; l’abnorme ed irragionevole allargamento dell’uso delle intercettazioni; e comunque, e sempre, l’assenza di una visione di ampio respiro tesa al recupero della coerenza del sistema accusatorio.
Per queste ragioni ci asterremo dall’attività penale, ci riuniremo in assemblea il 7 febbraio nel Palazzo di Giustizia di Brescia e saremo a Roma il 9 e 10 febbraio 2024, insieme ai colleghi di tutta Italia, per dare avvio ad un anno giudiziario che auspichiamo possa vedere un cambio di passo da parte della Politica.

Il direttivo della Camera penale della Lombardia orientale