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24-05-2014 17:24:56 A Livorno, tra Beccaria, Camera penale europea... e Cacciucco

Il 16 e 17 maggio si è tenuto a Livorno il convegno "250 anni dei Delitti e delle Pene", una due giorni intensa e divertente.
La prima parte dell'incontro, intitolata "Beccaria ed il suo tempo", è stata dedicata ad un'analisi storica e filosofica dell'opera stampata giusto 250 anni fa in una tipografia che aveva sede proprio nell'edificio che attualmente ospita il Tribunale di Livorno.
La pubblicazione avvenne in forma anonima per evitare gli strali della chiesa cattolica che, puntualmente, mise rapidamente all'Indice il suo libro (come aveva fatto pochi anni prima con l'"Esprit des lois" di Montesquieu).
I motivi di tale censura, mai completamente chiariti a causa della inaccessibilità alle motivazioni del Tribunale dell'Inquisizione, erano principalmente l'adesione di Beccaria a principi della chiesa protestante e, soprattutto, la condanna alla comune prassi dei giudici cattolici.
Divertente e molto umana risulta essere la rivelazione di Cesare Beccaria quale autore dell'opera.
Alcuni anni dopo la pubblicazione, infatti, il libro ricevette un premio in denaro dalle autorità di Berna a causa del suo alto contenuto giuridico e sociale.
Avendo difficoltà finanziarie, Cesare Beccaria prese il coraggio a due mani e si presentò alla premiazione svelando così di essere l'autore dello scritto...

La seconda parte, "Beccaria: legislazione e scienza penale. L'insegnamento di Beccaria", è stata invece dedicata ad un'analisi dei pro e dei contro dell'opera di Beccaria.
Particolarmente interessante e coinvolgente è stato (come solito) l'intervento di Tullio Padovani, che ha sottolineato come l'opera di Beccaria, mirabile nei contenuti e nell'ispirazione progressista per quanto concerne il diritto sostanziale, sia invece da considerarsi incerta e lacunosa in materia processuale.
Davanti ad una platea stupìta (e ad un incalzante e scatenato coordinatore quale Luigi Stortoni) il professore ha spiegato come Beccaria di fatto considerasse irrilevante il processo e la sua procedura: a cagione di ciò all'interno della sua opera non si schierò apertamente contro la tortura o le pesantissime sanzioni allora presenti nei confronti del contumace.
In disaccordo con lui Valerio Onida che, analizzando l'influenza di Beccaria sulla Costituzione, ha invece affermato come nella sua battaglia per una pena adeguata e contro la pena di morte si possa chiaramente leggere anche un anelito verso un giusto processo, nel quale ovviamente torture e pene inadeguate non potevano trovare spazio.
Secondo Onida, infatti, Beccaria è il vero ispiratore di molti principi basilari della Costituzione, in primis dell'articolo 27 e del principio della pena come rieducazione del condannato.
Decisamente interessanti anche alcuni interventi di contorno, quali quello del professor Olivares dell'Università di Tarragona, che ha illustrato la grande influenza di Beccaria nel mondo ispanico (anche se più in tempi recenti che nell'immediatezza) e della professoressa Scolart, che ha parlato della grandissima difficoltà che "Dei delitti e delle pene", pubblicato per la prima volta in Egitto solo pochi anni fa, ha avuto e ha tuttora nel mondo arabo a causa della sua visione laica ed anti teocratica della società.

La terza parte, "Beccaria oggi", non è purtroppo stata seguita dal sottoscritto, impegnato alla Commissione Carcere, se non nella parte finale in cui Vinicio Nardo ha parlato della necessità di avere sempre presenti le idee illuministe di Cesare Beccaria per evitare e stigmatizzare i continui scivoloni legislativi e giurisprudenziali giustificati da necessità mediatiche e giustizialiste.

L'ultima parte del convegno, "I giovani incontrano Beccaria", è stata vivacizzata dalla presenza di alcuni studenti di un liceo classico di Livorno che hanno illustrato con una serie di slide (Renzi ormai ha fatto scuola...) delle ricerche sull'influenza dei media sull'opinione pubblica in materia di sicurezza pubblica ed un'altra sulla diffusione della pena di morte.
La loro meritevole attività è stata applaudita da Valerio Spigarelli, che ha spiegato ai ragazzi che le battaglie dell'avvocatura sono proprio per le garanzie e la libertà.
Il loro lavoro è stato molto apprezzato dalla platea che ha lungamente applaudito i ragazzi e i loro insegnanti, al punto che è stata decisa la pubblicazione dei loro lavori sul sito delle Camere Penali.

Infine, nel pomeriggio di sabato, si è tenuta la cerimonia di fondazione dell'Unione Internazionale delle Camere Penali.
Colleghi spagnoli, portoghesi e francesi (ed anche di San Marino...) hanno sottoscritto insieme a Valerio Spigarelli il documento che sancisce l'Unione di Colleghi di diversi paesi europei.
Come ha spiegato nell'introduzione il collega Pansini, il progetto era ed è più ambizioso, dal momento che si vorrebbe coinvolgere tutti i paesi europei, ma di fronte ad una serie di difficoltà logistiche e temporali, si è deciso di posare una prima pietra con i paesi latini a noi vicini e affini.
Anche alla luce dei gravi fatti a tutti ben noti si è deciso di allargare l'Unione anche alla Turchia, che ha sottoscritto il documento a mezzo di un delegato italiano.
Dalle parole degli ospiti è emersa la volontà e l'entusiasmo per un progetto così ambizioso e di così grande spessore.
Credo non sarà facile unire culture e realtà che pur così vicine hanno viceversa realtà sociali, sostanziali e processuali molto diverse.
Per chi ha avuto modo di studiare o avere a che fare con Tribunali e realtà giuridiche straniere (per quanto mi concerne ricordo ancora l'esperienza allucinante che ho avuto con il Tribunale di Lione e la procedura francese alcuni anni orsono...) non è difficile immaginare che il percorso non sarà facile.
Ma, intanto, il primo passo è stato fatto.
E perciò...lunga vita alla Unione Internazionale degli Avvocati Penalisti Europei!
E lunga vita, unito ad un grazie sincero, ai simpatici colleghi livornesi che hanno preso in simpatia l'unico rappresentante della Camera Penale della Lombardia Orientale e che, per consolarlo dalla solitudine, gli hanno fatto mangiare un cacciucco DA URLO!

GIANLUIGI BEZZI

(Delegato Commissione Carcere
Camera Penale della Lombardia Orientale)