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28-11-2013 10:35:55 il diritto penale tra legge e giudice - convegno mantovano il 13 e 14 dicembre 2013

Come ogni anno, la Camera Penale della Lombardia Orientale si interroga su temi di attualità e per farlo si affida agli interpreti sul campo come i magistrati e gli avvocati senza rinunciare al sapiente contributo dei dottrinari. Se le nostre Sezioni assicurano, tutti gli anni, una folta e coerente proposta di eventi formativi, la Distrettuale tenta a sua volta di proporre riflessioni di respiro più ampio, giuridico, culturale e politico.
Il 2013 si chiude con il convegno a Mantova del 13 e 14 dicembre del quale Vi presentiamo il programma sintetizzato nella locandina. Il titolo dice chiaramente che si intende discutere di un problema le cui dimensioni sono andate dilatandosi inarrestabilmente.
Dalla crisi della riserva di legge, con l’appannamento del principio di stretta legalità, ai processi di trasformazione della legalità, in funzione sia delle criticità politiche ed istituzionali interne che del condizionamento del diritto europeo oltre che delle altre fonti internazionali, il sistema giuridico va cambiando pelle. Il nuovo sistema risulta affidato ad una elasticità e ad una creatività che sovvertono il primato della legge e dello stesso potere legislativo.
Siamo così al “particolarismo giuridico” per di più in presenza di fonti diverse che si intrecciano e che disvelano l’esistenza di nuovi poteri pressoché sostitutivi del potere politico e della sua espressione legislativa.
La condizione di europeizzazione degli ordinamenti e di globalizzazione giuridica, tuttavia, non può ridursi ad una presa d’atto: merita almeno una analisi approfondita. Chi, come noi, si è formato ovvero ha strutturato il proprio pensiero sulle garanzie presidiate dal sistema della legalità penale non può non sentirsi gravemente a disagio. Le scelte di criminalizzazione da riservare al solo legislatore hanno sempre risposto alla nostra concezione della democrazia, così come il contrappeso della tutela della libertà deve arginare ogni rischio di arbitrio del legislatore e del giudice. Ci turbano, dunque, il diffondersi di nuovi poteri senza responsabilità, il dilagare delle esigenze tecnocratiche, l’affermarsi di nuove (“invisibili”) espressioni della volontà sociale, in parole povere i processi di “destabilizzazione del circuito democratico”.
Quello previsto dalla nostra Costituzione è un ordinamento democratico, nel quale si compendiano poteri e libertà. Se la soluzione alle sconnessioni in atto è offerta dall’integrazione europea, l’equilibrio tra unità e pluralità dovrà comunque passare per la difesa della legalità contro ogni potere autoritario.
(Sergio Genovesi)