Le nostre News

15-07-2015 16:09:07 Tribunale di Cremona in crisi: la camera penale delibera lo stato di agitazione.

La Cp di Crema e Cremona e CPLO, fanno fronte comune per una giustizia efficiente ed efficace, resa con le garanzie e secondo le regole del giusto processo e proclamano lo stato d’agitazione dei penalisti cremaschi e cremonesi, minacciando una prossima astensione, se non verranno superati concretamente i problemi del Tribunale di Cremona.
Non quindi una protesta corporativa, localistica o per interessi di bottega ma un fronte comune per il Tribunale ed anzi, sarebbe meglio dire, per una giustizia che pretendiamo sia non certo quella perfetta ed impossibile ma che, almeno, non navighi a vista, che non si traduca in quella negata giustizia che produce sfilacciamento sociale e la convinzione che viviamo in un Paese in cui tutto è lecito ed impunito .
Le difficoltà e le carenze nell’ambito “giustizia” nel nostro Paese sono purtroppo una costante ma Cremona ha la speciale caratteristica di aver effettuato l’accorpamento di un Tribunale, quello di Crema, e di averlo superato con la collaborazione e lo sforzo di tutti gli Avvocati e dei Magistrati, oltre che del personale. A fronte di ciò però, chi doveva gestire con lungimiranza e cura l’accorpamento, adeguando le piante organiche ed il personale, se ne è totalmente disinteressato, ha consentito che 15 persone lasciassero Tribunale e Procura per andare a rimpinguare una pianta organica sovra dimensionata come quella del Tribunale di Lodi, senza nemmeno preoccuparsi che altrettanti cancellieri e dipendenti prendessero posto a Cremona. Ora il Ministro è arrivato a dire al Presidente del Tribunale : “Se non avete cancellieri riducete le udienze”.
Intanto, già ora, cancellerie aperte un’ora al giorno; iscrizioni di notizie di reato ad un anno e piu’ dalla notizia; PG dirottata a svolgere compiti di segreteria ed amministrativi e certamente, prescrizioni in aumento, vista la riduzione del numero di processi.
L’ efficienza non significa certo, né può significare per le camere penali, una diminuzione delle garanzie, né si misura sui numeri dei processi celebrati ma certamente non si può accettare che l’organico cremonese conti attualmente 27 funzionari contro i 44 previsti, che le cancellerie, il cui orario minimo dovrebbe essere di 5 ore al giorno, siano aperte un’ora al giorno per l’ufficio GIP, 2 ore al giorno per il Tribunale e 2 ore al giorno per la Procura. Non è accettabile una scopertura verticale del personale amministrativo del 34% sul 19% che e’ la media nazionale e distrettuale. Non è accettabile che i fascicoli dei Decreti penali siano portati a Crema per le notifiche relative obbligando avvocati e cittadini ad ivi recarsi per la consultazione e le copie. Non è accettabile che gli avvocati facciano da sé le copie dei fascicoli, sostituendosi al personale della Procura che si assume mancante, salvo però pagare comunque le marche con urgenza per il ritiro delle stesse copie appena fatte, peraltro con fotocopiatrice dell’Ordine degli avvocati e quindi pagandole due volte. Queste sono inefficienze e costi per il cittadino insostenibili ed inqualificabili. E’ negata giustizia.
In questa situazione, CPLO e CP di Cremona e Crema hanno svolto il loro compito, ossia denunciare le storture e chiesto di razionalizzare il servizio senza ridurlo e rendendolo comunque al meglio al cittadino che chiede giustizia. Hanno chiesto a gran voce che i dirigenti ed i Capi degli uffici di Tribunale e Procura cerchino sinergie con altri Enti del territorio ed in principalità, con la Provincia di Cremona che ha visto diminuite le proprie competenze e quindi ben potrebbe dedicare proprie risorse umane al servizio Giustizia che è comunque un essenziale servizio per i propri cittadini. E’ l’ora del fare, di superare i bizantinismi e le radicalità sindacali, è l’ora di affrontare concretamente il problema.
Questo vale anche per i politici, locali e non, che hanno chiesto il sacrificio dell’accorpamento promettendo risparmio ed efficienza e che ora latitano silenti di fronte alla smentita offerta dalla realtà dei fatti.