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08-12-2013 10:38:40 "Si salvi chi può": replica di Sergio Genovesi all'intervista rilasciata dal dottor Platè

Il martoriato pianeta giustizia non sa trovare rimedi ai propri guai se non con proposte al ribasso, direi anzi demolitorie della cifra minima della civiltà giuridica. Alludo all’intervista giornalistica rilasciata recentemente da un alto Magistrato della nostra Corte d’Appello.
“La prescrizione è il cancro della giustizia”!
Ma è così?
O piuttosto, non è che senza il civilissimo limite della prescrizione la persona in attesa di giudizio definitivo dovrebbe convivere senza scampo con una spada di Damocle a tempo indeterminato?
Con un sistema come il nostro, con il farisaico equivoco (nella pratica) della obbligatorietà dell’azione penale, si dovrebbe approdare ineluttabilmente al carcere anni e anni dopo un’azione o un’omissione fatali di anni e anni prima.
E soltanto in carcere, ampliando gli edifici esistenti e fabbricandone di nuovi.
Perché mai, se gli attuali ospiti si dividono equamente tra tossicodipendenti, stranieri ed autori di reati gravissimi? Ma, soprattutto, perché, se “le carceri sono sovraffollate nonostante si abbondi di misure alternative”?
Par di comprendere che i maggiori spazi si rendano necessari grazie ai risultati conseguibili da una giustizia più rapida ed efficiente.
Dal giudice unico dell’appello all’alternativa (subordinata?) della declaratoria di inammissibilità dell’appello, possibilmente condizionandone la presentazione ad una robusta cauzione, si raddrizzerebbero le curve per aprire più agevolmente le porte dei già sovraffollati istituti di pena.
Non saprei che dire se non suggerire una più semplice e moderna riforma che preveda piuttosto sanzioni diverse da quella carceraria. Aggiungerei una sola, sconsolata osservazione.
Non è che si voglia eliminare la difesa, considerato che “strapaghiamo i difensori d’ufficio” (sic)? In questa logica la giustizia sarebbe davvero ineffabilmente veloce.
Riassumendo: carcere a-go-go, appello condizionato in attesa di eliminare il terzo grado, giudici unici, niente difensore … che vuoi di meglio?
Così delineato il futuro del giusto processo, magari con un pizzico di tecnocrazia, rinvieremo al prossimo secolo ogni discorso sulla “persona”. Questo è il prezzo dell’efficienza, bellezza!
P.S.
E poi vengono a dirci che noi delle Camere Penali vogliamo creare unicamente “un clima di contrapposizione… ingiustificato”.

Sergio Genovesi